venerdì 30 maggio 2008

L'ECO DI BERGAMO - "SI' AL KEBAB IN CITTA' ALTA: E' POLEMICA"

Un negozio che vende kebab sta per aprire i battenti nel cuore di Città Alta.
La Lega però non gradisce: «Non è il massimo per un turista in gita a Bergamo scendere dalla funicolare che arriva al borgo medievale e ritrovarsi incredibilmente a Marrakech. Quale peggior biglietto da visita per chi arriva in Città Alta», attacca Silvia Lanzani, consigliere comunale. Il collega Daniele Belotti precisa: «È un discorso d'immagine, sarebbe la stessa cosa se aprisse un fast food». Dal Comune spiegano di non poter intervenire in alcun modo: «Sono stata informata dalla Circoscrizione di questa prossima apertura – spiega l'assessore al Commercio Ebe Sorti Ravasio –, ed effettivamente condivido le perplessità. Non perché si tratta di kebab, ma perché in generale riterrei più consono valorizzare nel centro storico spazi commerciali più affini alla tradizione».
Non esistono però normative che permettono discrezionalità: il negozio rientra nella categoria artigianale e la Regione non ha mai emanato provvedimenti che, in casi come questi, regolamentassero arredi o conformazione degli esercizi. «Non è necessaria licenza e si tratta di privato che affitta a privato, quindi il Comune non ha voce in capitolo. Saranno però tenute sotto controllo le attività, come facciamo altrove, affinché venga mantenuto il decoro», conclude Sorti Ravasio. Il dibattito è sul negozio all'angolo di piazza Mercato delle Scarpe. Per i leghisti «andrà irrimediabilmente a spersonalizzare la tipicità del borgo medievale». «Bisogna assolutamente che venga predisposto un piano commerciale che salvaguardi la tipicità dei borghi storici. Posizionare un fast-food, un kebab oppure un ristorante cinese in un contesto antico così pregiato, dove si è attenti addirittura al colore delle tende dei negozi, pregiudica la bellezza e l'immagine tipica della nostra città», dice Belotti. Anche Giacomo Stucchi non è d'accordo: «Sono totalmente contrario. Abbiamo proprio ripresentato all'inizio della XVI legislatura un ddl atto al mantenimento delle culture locali nei borghi antichi. Se fosse già diventato legge non staremmo nemmeno qui a perdere tempo con i commenti». Ed Ettore Pirovano: «Chiunque oggi voglia aprire un bar o una una paninoteca ha assolutamente bisogno di licenze e deve soggiacere a una serie di norme di sicurezza. Facciamo verifiche per la qualità dei panini americani, francesi, laziali, romagnoli e via dicendo, e non capisco perché la stessa cosa non si faccia anche su quelli arabi».

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