giovedì 29 maggio 2008

IMMIGRATI. KEBAB A BERGAMO? LA LEGA NON LO DIGERISCE (E PROTESTA)

'SAREBBE COME TROVARSI A MARRAKECH, BORGO MEDIOEVALE A RISCHIO'
(DIRE) Roma, 29 mag. - Il kebab non si addice a Bergamo, piu' o meno come, secondo il drammaturgo Eugene O' Neill, il lutto si addice ad Elettra. Almeno secondo la Lega nord. E', infatti, un consigliere comunale del Carroccio a desiderare che la pietanza a base di carne (solitamente agnello e manzo, montone o pollo, ma mai maiale in quanto vietata dall'Islam), tipica della gastronomia turca, persiana e araba, non sia venduta nel cuore della citta' lombarda. Silvia Lanzani, questo e' il suo nome, teme che il turista possa lasciarsi tentare dal saporito kebab, "scendendo dalla funicolare che arriva al borgo medievale" e, dunque, "ritrovarsi incredibilmente a Marrakech. Quale peggior biglietto da visita per chi arriva in Citta' Alta!". Per l'esponente leghista c'e' pericolo che il chiosco per la vendita del kebab che, spiega, "sta per essere posizionato in angolo tra piazzetta del Mercato delle Scarpe e piazza Angiolini", vada "irrimediabilmente a spersonalizzare la tipicita' del borgo medievale".
Contro la decisione del sindaco del Pd, Roberto Bruni, di dedicare un angolo del centro cittadino al kebab rincara la dose anche un parlamentare leghista, Ettore Pirovano: "Chiunque oggi voglia aprire un bar, una paninoteca, un Mc Donald- osserva- ha assolutamente bisogno di licenze e deve soggiacere a una serie di norme di sicurezza. Facciamo verifiche per la qualita' dei panini
americani, francesi, laziali, romagnoli e via dicendo, e- conclude Pirovano- non capisco perche' la stessa cosa non si faccia anche su quelli arabi".

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