martedì 29 luglio 2008

ECO DI BERGAMO 29/07/08 - LEGA CONTRO LE ZONE 30 CON UN VIDEO SU YOUTUBE: "SONO OPERE INSENSATE"

I lumbard ci hanno preso gusto: dopo il filmato sulle fontanelle a secco in Città Alta, su Internet sono finite le Zone 30. A farsi interprete della protesta contro un intervento «che blocca il traffico», ancora una volta Angelo Galbiati, esponente della Lega cittadina (in Consiglio è annunciato un ordine del giorno, ma se ne parla a settembre). Con interviste ad abitanti e commercianti di Longuelo, il video è su YouTube (http://it.youtube.com/watch?v=9wZdIzytHks). «Spieghiamo i motivi per cui le zone 30 non piacciono a nessuno – dice Galbiati –. I più ritengono che il nuovo assetto urbanistico imposto da questo progetto porti minore sicurezza sulle strade del quartiere, meno posti auto, più cemento e meno alberi, grosse difficoltà alle manovre di parcheggio e marciapiedi troppo larghi per passeggiare e troppo stretti per essere usati come pista ciclabile. Qualcuno si lamenta anche dei soldi spesi inutilmente dal Comune, circa 2 milioni di euro, per la realizzazione della zona 30 di Longuelo (nella foto, ndr)». ,
Nel filmato intervengono anche Alessandro Epis, consigliere di circoscrizione della Lega Nord, Roberto Pedretti, vicesindaco di Curno, e Silvia Lanzani, consigliere comunale a Bergamo. «La Giunta ha deciso in modo del tutto indipendente – spiega Silvia Lanzani – di fare degli interventi viabilistici a Longuelo e in altre aree della città. Le zone 30 rappresentano un problema grave. Sono, scelte insensate, non si risolvono così i problemi, di traffico dei nostri quartieri».

lunedì 28 luglio 2008

LEGA NORD BERGAMO: STOP ALLE ZONE 30, COSTOSE INUTILI E PERICOLOSE

UN VIDEO SU YOUTUBE DENUNCIA LA SITUAZIONE A LONGUELO

Le "zone 30" sono una realtà sempre più diffusa e consolidata in Europa: devono il loro nome al limite di 30 km/h che gli automobilisti sono tenuti a rispettare per garantire sicurezza agli utenti più a rischio. Così sulla carta, ma nella realtà dei quartieri bergamaschi dove sono entrate in funzione, è invece già polemica. Dei cittadini, innanzitutto, che le reputano pericolose e inutili, e del Gruppo Consiliare Lega Nord di Bergamo, che porterà a breve la discussione anche in Comune con un Odg urgente.
Un video di denuncia realizzato da Angelo Galbiati, con interviste ad abitanti e commercianti di Longuelo, gira già da qualche giorno su YouTube ( http://it.youtube.com/watch?v=9wZdIzytHks ) e spiega i motivi per cui le zone 30 non piacciono a nessuno. I più ritengono che il nuovo assetto urbanistico imposto da questo progetto porti minore sicurezza sulle strade del quartiere, meno posti auto, più cemento e meno alberi, grosse difficoltà alle manovre di parcheggio e marciapiedi troppo larghi per passeggiare e troppo stretti per essere usati come pista ciclabile. Qualcuno si lamenta anche dei soldi spesi inutilmente dal Comune, circa 2 milioni di euro, per la realizzazione della zona 30 di Longuelo. Nel filmato intervengono anche Alessandro Epis, consigliere di circoscrizione della Lega Nord, Roberto Pedretti, vice sindaco di Curno del Carroccio e Silvia Lanzani, consigliere comunale Lega Nord, che promettono battaglia in Giunta e dibattiti coi cittadini sui giornali locali.
“ La Giunta ha deciso in modo del tutto indipendente – spiega Silvia Lanzani – di fare degli interventi viabilistici a Longuelo e in altre aree della città. Le zone 30 rappresentano un problema grave, gli abitanti dei quartieri interessati sono inviperiti e allarmati da questi progetti. Sono scelte insensate, non si risolvono così i problemi di traffico dei nostri quartieri”.
“E’ ora che i cittadini – conclude l’esponente della Lega – prendano in mano la situazione. La Lega s’impegna a portare all’attenzione della Giunta questa situazione con un Odg urgente, che lasci spazio a critiche e dibattiti dei cittadini, anche sui giornali locali”.

venerdì 25 luglio 2008

CORRIERE DELLA SERA 25/07/08 - LA "GUERRA DEL KEBAB" DIVIDE CITTA' ALTA

di Claudio Del Frate

BERGAMO — Come a Vienna nell’estate del 1683, quando l’esercito ottomano di Kara Mustafà cingeva d’assedio le mura della città. Peggio: a Bergamo i turchi sono già penetrati all’interno di Città Alta ma al posto delle scimitarre brandiscono un’arma diversa, un panino imbottito con trucioli di carne bovina. E proprio come a Vienna nel 1683, si è già mosso il condottiero Jan Sobieski, che qui ha il gentile aspetto di Silvia Lanzani, architetto, docente al Politecnico e consigliere comunale della Lega Nord.
L’ultimo atto del muro contro muro tra Carroccio e immigrati ha per oggetto il kebab, la declinazione mediorentale del fast food. Un piccolo chiosco di kebab ha aperto i battenti in piazza Mercato delle Scarpe, cuore della Bergamo medievale. «Una presenza che non c’entra nulla con l’immagine e le tradizioni del centro storico» così Silvia Lanzani ha dato fuoco alle polveri chiedendo la chiusura della botteguccia. «Bene, tutta pubblicità per il mio negozio», si frega le mani Sami Gasri, tunisino, titolare del negozio.
Dire che siamo di fronte all’ennesima polemica appiccata dai leghisti col pretesto di dar fastidio agli immigrati è riduttivo: prova ne sia che la «guerra gastronomica» a Bergamo è sfociata nell’apertura di due blog di segno opposto («Salviamo il kebab di Città Alta» contro «Mura chiuse») e frequentatissimi. Segno che le reazioni ai cambiamenti storici passano anche dalle abitudini alimentari. La battaglia al momento è fine a se stessa, perché la legge è tutta dalla parte di Sami Gasri: nulla vieta di aprire quel tipo di esercizio in centro, le carte sono in regola e nulla potrà nemmeno la proposta avanzata dalla Lega in Regione per «espellere» i kebab dai centro storici, che difficilmente avrà valore retroattivo.
«Tutto vorrei tranne che prendermi l’accusa di xenofoba — attacca Silvia Lanzani — perché la mia battaglia non è contro la cucina straniera. Quei posti mi vanno benissimo, ma non in Città Alta; qui devono essere rispettati il valore storico e tradizionale dei luoghi e anche la loro funzione. Bergamo Alta non è un parco turistico, è un quartiere dove vivono ancora 5.000 persone e da cui rischiano di scomparire servizi essenziali. Faccio la guerra al kebab così come la farei a un McDonald’s, a un negozio di chincaglierie. I nostri centri storici non sono Marrakech e badate che una proposta come la nostra l’hanno presentata anche a Lucca e in Regione Toscana».
Resta da capire se Silvia Lanzani è soddisfatta della piega che ha preso la discussione, un po’ troppo da «curva nord contro curva sud». «La diatriba tra leghisti e comunisti non mi interessa — sottolinea — e anzi ho preso la parola più come architetto e come abitante di Bergamo Alta che non come leghista».
In piazza Mercato delle Scarpe il piccolo kebab della discordia resta in questi giorni chiuso: il ragazzo incaricato di mandarlo avanti è dovuto tornare in Tunisia per motivi familiari; ma nel quartiere di Santa Caterina — Bergamo Bassa — Sami Gasri se la ride da dietro il bancone dell’altro kebab di cui è titolare. Il menu, va detto, è tutto fuorché fondamentalista e oltre al panino arabo propone anche hamburger, olive ascolane, patate fritte e persino la birra. «Questa polemica sta facendo solo un sacco di pubblicità gratis alle mie attività — polemizza — più se ne parla e più farò soldi». Ma poi il sarcasmo cede il passo all’amarezza: «Ditemi voi se con tutti i problemi che ci sono in Italia e anche a Bergamo, la scandalo deve essere la mia botteguccia di due metri per due. Se i miei panini non piaceranno, chiuderò; ma se avrò tanti clienti, vuol dire che il mio lavoro è apprezzato». E magari, in segno di pace, si potrà arrivare anche a un piatto di polenta e kebab.

lunedì 21 luglio 2008

ECO DI BERGAMO 21/07/08 - "SCARTATA UN'IPOTESI VALIDA"

La Lega Nord torna all'attacco sul progetto di risalita di Città Alta. E lo fa chiamando in causa la Soprintentenza per i Beni architettonici e il Paesaggio. Una delle contestazioni iniziali al progetto, infatti, era quello di essere totalmente esterno alle Mura, e quindi visivamente molto impattante. A questa obiezione, però, era stato risposto che la stessa Soprintendenza aveva stabilito di non bucare le mura dall'interno, costringendo di fatto il Comune a promuovere lo studio di prefattibilità dal quale sono poi stati estrapolati i progetti partecipanti al bando di concorso.
Ora però questa ricostruzione viene messa in dubbio dalla Lega. «Si prospetta in salita l'iter di approvazione della risalita», attaccano in un comunicato i consiglieri comunali del Carroccio Silvia Lanzani e Daniele Belotti. I consiglieri affermano di avere «appreso dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e il Paesaggio della Lombardia, rappresentata dagli architetti Alberto Artioli e Giuseppe Napoleone, dubbi circa l'impianto promosso dalla giunta Bruni».
«Oltre a evidenziare – spiegano i due consiglieri – le forti perplessità della cittadinanza sul progetto vincitore del concorso per la risalita in Città Alta della "torre d'assalto", ritenuto da tantissimi bergamaschi troppo invasivo rispetto all'importante contesto delle antiche mura, abbiamo chiesto precisazioni circa le motivazioni che hanno indotto la Soprintendenza a imporre nel bando un impianto esterno anziché interno alle mura». Lanzani e Belotti hanno infatti insistito per sapere come mai sia stata esclusa a priori la possibilità di «bucare» la mura all'interno, anziché porre un manufatto all'esterno.«Abbiamo scoperto con grande sorpresa – continua Silvia Lanzani – che c'era anche un'ipotesi di ascensore interno, scartato dalla Soprintendenza poiché l'Amministrazione lo proponeva abbinato a un lungo percorso in trincea di grave impatto paesaggistico. Mi chiedo a questo punto perché non si sono valutate altre ipotesi di percorso interrato meno impattanti? Forse per imporre ai cittadini una struttura tutta esterna?».
«Da una prima sommaria visione da parte della Soprintendenza, abbiamo appreso – precisa Daniele Belotti – che vi sono alcuni elementi di forte criticità, in particolare il famigerato canyon d'accesso all'impianto, che è in totale contraddizione alla logica dell'impianto esterno, che nasce così perché dovrebbe essere reversibile».«Se non si vuole un impianto interno le mura, per non pregiudicare il monumento – concludono i consiglieri padani – non si può allo stesso modo pregiudicare il terreno circostante con una salita a cielo aperto. La Lega, comunque, continuerà a tenere alta l'attenzione su questo scempio paesaggistico e non abbasserà la guardia per salvare Città Alta dagli assalti di Bruni e compagni».

venerdì 18 luglio 2008

A BERGAMO LA LEGA VARA LA CROCIATA ANTI KEBAB: "INCOMPATIBILE"

'Salvaguardare centro storico: meglio un calzolaio'
Roma, 18 lug. (Apcom) - Il kebab non deve entrare nel centro storico di Bergamo perchè "non è compatibile" con il tessuto socio-economico tradizionale del borgo del capoluogo. Con buona pace degli amanti del tradizionale panino turco ripieno di carne, i consiglieri della Lega Nord della città presenteranno al prossimo Consiglio comunale un ordine del giorno urgente contro la nuova attività commerciale che rischia di alterare "il contesto storico di Città Alta", il centro cittadino. Una 'crociata' in piena regola, che a onor del vero non risparmia neanche fast-food, pizze al taglio, ristoranti cinesi e sexy shop: "E' importante che il tessuto socio/economico del nostro borgo non venga pregiudicato - spiegano Silvia Lanzani e Daniele Belotti, consiglieri del Carroccio - e Città Alta è sicuramente un borgo più delicato dal punto di vista storico-architettonico rispetto a quello di Lucca", dove nel 2000 è stato adottato un provvedimento simile a quello che ora viene richiesto a Bergamo.
"Con la mozione - continuano gli esponenti della Lega - impegniamo la giunta ad individuare una serie di attività commerciali non compatibili col borgo antico, vietandone così nuove aperture".
Per Lucio Brignoli, vicecommissario cittadino della Lega Nord, "con questa iniziativa solleviamo un problema che riguarda tutta la città": per questo domani la sezione Lega Nord di Bergamo
organizzerà, in piazza Mercato delle Scarpe, un gazebo contro l'apertura del kebab nel borgo storico, con la partecipazione di altri consiglieri di centrodestra.
Nella circostanza "per Città Alta chiederemo che venga predisposta una normativa che salvaguardi la permanenza degli esercizi al dettaglio al servizio dei residenti con lo scopo di
contrastare l'abbandono del borgo da parte di chi la vive e la fa vivere: un calzolaio, una lavanderia o botteghe di genere alimentari sono più utili per i cittadini rispetto all'ennesimo kebab".

mercoledì 16 luglio 2008

ASCENSORE PER BERGAMO ALTA - LA LEGA INCONTRA LA SOPRINTENDENZA: "PER LA TORRE D'ASSALTO SI PROSPETTA UNA STRADA IN SALITA"

Si prospetta in salita l’iter di approvazione della risalita per Città Alta a Bergamo. Così la pensano i consiglieri comunali del Carroccio Silvia Lanzani e Daniele Belotti, dopo aver appreso dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio della Lombardia , rappresentata dagli architetti Alberto Artioli e Giuseppe Napoleone, i dubbi esposti circa l’impianto promosso dalla giunta Bruni.
“Oltre a evidenziare – spiegano i due consiglieri – le forti perplessità della cittadinanza sul progetto vincitore del concorso per la risalita in Città Alta della ‘torre d’assalto’, ritenuto da tantissimi bergamaschi troppo invasivo rispetto all’importante contesto delle antiche mura, abbiamo chiesto precisazioni circa le motivazioni che hanno indotto la Soprintendenza a imporre nel bando un impianto esterno anziché interno alle mura”.
“Abbiamo quindi scoperto con grande sorpresa – continua Silvia Lanzani – che c’era anche un’ipotesi di ascensore interno, scartato dalla Soprintendenza poiché l’amministrazione lo proponeva abbinato a un lungo percorso in trincea di grave impatto paesaggistico. Mi chiedo a questo punto, perché non si sono valutate altre ipotesi di percorso interrato meno impattanti? Forse per imporre ai cittadini una struttura tutta esterna?”.
“Da una prima sommaria visione da parte della Soprintendenza, abbiamo appreso – precisa Daniele Belotti – che vi sono alcuni elementi di forte criticità, in particolare il famigerato canyon d’accesso all’impianto, che è in totale contraddizione alla logica dell’impianto esterno e quindi reversibile”.
“Se non si vuole un impianto interno le mura, per non pregiudicare il monumento – concludono i consiglieri padani - non si può allo stesso modo pregiudicare il terreno circostante con una salita a cielo aperto. La Lega Nord, comunque, continuerà a tenere alta l’attenzione su questo scempio paesaggistico e non abbasserà la guardia per salvare Città Alta dagli assalti di Bruni e compagni”.

martedì 15 luglio 2008

VITTORIA LEGA ALLE ELEZIONI


Silvia Lanzani col Gruppo Lega Nord Bergamo il giorno della grande vittoria

LA VITTORIA ALLE ELEZIONI

Sede Lega Nord Bergamo - il giorno della vittoria!!!

lunedì 14 luglio 2008

L'ECO DI BERGAMO - "RISALITA IN CITTA' ALTA, MEGLIO COI BINARI"

Il progetto più apprezzato? Quello messo a punto dallo studio di architettura di Perugia, con i binari a ridosso delle mura, ma anche la torre in cristallo elaborata dai portoghesi.
Nella maggior parte dei casi, pur non condividendo la scelta della commissione tecnica che ha scelto il piano dello studio Aud di Genova, gli intervistati apprezzano l'idea di una risalita per Città Alta da via Baioni. È questo il risultato del sondaggio sull'ascensore effettuato dalla Lega. Lucio Brignoli, vicecommissario cittadino della Lega, spiega che sotto i gazebo allestiti dal Carroccio sono stati raccolti 587 pareri, mentre 124 sono stati raccolti sul sito internet www.legabg.org: «Il 40% degli intervistati è contrario all'idea della risalita a Città Alta, il 52% favorevole alla realizzazione di una risalita a Sant'Agostino ma contrario al progetto vincitore del concorso e 8% favorevole all'orientamento assunto dalla Giunta». Tra gli intervistati non convinti del progetto scelto «sono prevalse le preferenze, in prima battuta, per il progetto giunto secondo alla gara (quello di Perugia, ndr) e, in seconda battuta, per il progetto portoghese. Entrambi scelti per il minore impatto ambientale sulle mura venete». «Ma non finisce qui», commenta Daniele Belotti, consigliere comunale. «Il nostro gruppo consiliare – dice – ha chiesto un incontro con la Soprintendenza per capire le ragioni della scelta a favore di un ascensore esterno alle mura con un notevole impatto ambientale. La Giunta ha già deliberato, ma se l'attuale maggioranza non dovesse superare la prova elettorale dell'anno prossimo non è nostra intenzione ereditare passivamente quest'opera». Chiude Lucio Brignoli: «Per il sindaco è ormai una corsa contro il tempo. Una corsa che è nostra intenzione trasformare a ostacoli vigilando attentamente su ogni passaggio di quest'opera».
Il progetto della risalita per Città Alta è stato scelto da una commissione tecnico-scientifica alcune settimane fa, al termine del confronto fra piani elaborati nell'ambito di un concorso internazionale. L'ascensore vincitore è piaciuto in particolare perché oltre alle cabine prevede la presenza di un'ampia scala e, per arrivare da via Baioni alla base delle Mura, utilizza un canyon con copertura trasparente. Coperto di lamelle di legno, per l'ascensore i progettisti hanno pensato a una «macchina da guerra» medievale.
Sempre dalla Lega arriva una replica al sindaco Roberto Bruni, che ha commentato positivamente il progetto della nuova sede della Provincia criticando il Carroccio. «Il sindaco non ha compreso bene la posizione della Lega. Accusa la Lega di avere una posizione pregiudizialmente contraria, ma si sbaglia – precisa Belotti–. La Lega, sia a Palafrizzoni che in via Tasso non è contraria a una nuova sede unificata della Provincia, che consente un risparmio di gestione, né alla sua ubicazione a Porta Sud, visto che si va a recuperare un'area dismessa. Si contesta in modo deciso la megalomania di voler realizzare una torre di 88 metri che rovinerebbe in modo irreparabile lo skyline di Città Alta». E ricorda Silvia Lanzani: «La prima regola urbanistica osservata da tutte le amministrazioni che si sono succedute stata la tutela della vista di Città Alta». Per Guglielmo Redondi: «Sindaco e presidente della Provincia, accecati dalla loro smania di protagonismo, se ne fregano della vista del borgo storico». «Amareggia – conclude dopo i colleghi la capogruppo consiliare – Luciana Frosio Roncalli – vedere che coloro che dovrebbero essere i garanti del patrimonio artistico che la millenaria storia della nostra città ci ha lasciato in eredità, colpiti da un traboccante megalomane egocentrismo, ne stanno inventando una dopo l'altra per umiliare e violentare Città Alta».

mercoledì 9 luglio 2008

L'ECO DI BERGAMO - "E IL LUMBARD DICHIARO' GUERRA AL COLEOTTERO CINESE"

di A. G.

Non l'ha presa molto bene, Guglielmo Redondi. Alla fine, dice, lui alla sua interpellanza ci teneva. Eppure nessuno se l'è filata: «Io l'ho presentata ma non se ne è parlato da nessuna parte. Mi dispiace, insomma...». Certo, poi sorride sotto i baffi che non ha. Perché il consigliere comunale leghista lo sa che un po' (anzi, parecchio) se l'è andata a cercare, questa indifferenza. Pare che dalle parti della presidenza del Consiglio si siano lasciati andare a più d'un «roba da matti» quando hanno letto il testo diligentemente preparato dal consigliere. Il quale, essendo molto fantasioso, alterna argomenti di stretta attualità ad altri più estemporanei. «E cosa vuol dire? Che gli alberi in pericolo non sono cosa di attualità?», prosegue imperterrito.
Effettivamente, il suo documento s'incentra sulle nefandezze dovute all'attività fuori sede di un «pericoloso insetto di origine asiatica». Nell'interpellanza nella quale chiede lumi al Consiglio sulle misure messe in atto per evitare l'invasione, Redondi mostra la sua indole padana proseguendo con la classificazione dell'insetto, che è pur sempre un immigrato pericoloso. «Il suo nome è Anoplophora chinensis e rappresenta uno dei più terribili insetti esotici», scrive. E ancora: «Solo l'impegno congiunto di tutti gli Enti può circoscrivere l'area di diffusione dell'insetto per salvaguardare le aree verdi cittadine indenni». Poi spiega la genesi del documento che, pur bizzarro, ha tutta una sua serietà visto che davvero il coleottero (per i profani «Cerambice dalle lunghe antenne») sta facendo razzie in Lombardia: «Stavo leggendo il giornale e ho visto che a Milano l'insetto cinese ha fatto grandi danni. Mi sono chiesto se qui qualcuno avesse preso le contromisure». Certo, non è dato di sapere quanto c'entrino e quanto possano in tutto questo Consiglio comunale e sindaco, ma son dettagli. «Io ho sollevato il problema, è questo l'importante», scantona lui. Del resto dalle parti del Carroccio sono noti per le interpellanze singolari: il testo della collega Silvia Lanzani che invitava il Comune a rifornire di «padelle e pitali» le piazze in cui più spesso si vedono individui intenti a dar sfogo a bisogni fisiologici era stato al centro di un piccolo caso. Intanto, un'iniziativa cittadina potrebbe rivelarsi utile ai fini della lotta al coleottero cinese: sabato sera, alle 21, al Museo di scienze naturali è prevista una conferenza sull'entomofagia con relativo banchetto. Gli organizzatori promettono «sfiziosi insetti cucinati con le ricette più gustose». Cineseria à la carte ?

martedì 8 luglio 2008

L'ECO DI BERGAMO - "SCAVI ALLA CANNONIERA, LAVORI FERMI PER VERIFICHE"

di A. G.

«A caval donato non si guarda in bocca. Anzi, si guarda. E in questo caso è venuto fuori che era veramente un bel cavallo». Per ben due volte, ieri sera in Consiglio, si è fatto ricorso al vecchio proverbio. Nel primo caso il «caval donato» era la sala ipogea che la Fondazione Credito Bergamasco realizzerà sotto il cortile dell'Accademia Carrara. Il Consiglio ha ufficializzato il suo sì alla proposta: «Vanno stabilite – ha spiegato l'assessore ai Lavori pubblici Carlo Fornoni – linee guida nell'intervento per garantire la sinergia con il progetto di restauro che sta portando avanti l'amministrazione». Il collega Enrico Fusi (Cultura) ha ribadito la bontà del progetto, ricordando che «questo è anche un segnale di vitalità che il Comune deve dare. Perché ci sono privati pronti a donare opere, a contribuire a valorizzare il ruolo culturale di Bergamo». Da più parti, nell'opposizione, è stato chiesto se il progetto era stato ben verificato. «Non possiamo accettare tutto solo perché è un regalo. Si facciano almeno inserimenti fotografici del progetto per verificarne l'impatto», ha detto Silvia Lanzani (Lega). Ma rassicurazioni sono giunte dall'amministrazione: «L'opera è importante, ha un valore di cinque milioni, ed è adatta al contesto».
Altro «caval donato» quello agli spalti di San Giovanni, con il recupero della cannoniera. «L'impresa Pandini lo sta realizzando nell'anniversario di fondazione per fare un dono alla città», ha spiegato Fornoni. Ma Tommaso D'Aloia (Fi) e Guglielmo Redondi (Lega) in due interpellanze hanno chiesto «perché i lavori sono fermi da tempo». Replica dell'assessore: «L'operazione necessitava di un accurato lavoro di indagine e verifica, e diversi mesi sono stati necessari per portarli avanti».
Sempre a una interpellanza di D'Aloia, che chiedeva conto della proroga per l'opzione di riacquisto di Bas Sii, la società idrica per cui il Comune deve interloquire con A2A. «L'opzione è scaduta il 30 giugno e non ci sono notizie», ha affermato il consigliere. Ma il sindaco ha risposto mostrando una lettera inviata al presidente del Consiglio di gestione di A2A in cui si chiede nuova proroga di 6 mesi, in attesa che si concluda la trattativa per il riacquisto da parte di Uniacque. Ieri sera sono poi stati ratificati il piano di lottizzazione di via Grumello 96 e il piano di recupero «San Tomaso Apostolo» fra le vie Moproni e Finazzi. Per quest'ultimo, visti i timori di aumento del traffico, sono state accolte le raccomandazioni bipartisan giunte dalla commissione, legate allo studio di marciapiedi e alla realizzazione del sottopasso della ferrovia («ciclopedonale e, se possibile, veicolare»).
Via libera col plauso dell'intero Consiglio (ma Rifondazione ha sottolineato la necessità di maggiori contributi da parte della Regione) alle modifiche del regolamento economico per le rette delle case di riposo. La seduta si era aperta con l'applauso per la cicogna da poco arrivata in casa Gargano: il consigliere Rocco è diventato papà della piccola Maria.

L'ECO DI BERGAMO - "STIPENDI A PALAFRIZZONI. E' IL CENTRODESTRA IL PARTITO PAPERONE"

Tentorio resta il più ricco. Tommaso D'Aloia senza reddito Belotti fiero della sua Prinz. E Rustico scivola in classifica

di Anna Gandolfi

Eccolo tornare, implacabile come ogni anno, ricercato come ogni anno, chiacchierato come ogni anno. Anzi, quest'anno di più. Perché, nemmeno a farlo apposta, la pubblicazione del fascicolo sui redditi dei consiglieri comunali è caduta nel giorno di riunione dell'assemblea. In aula, fra i banchi, consultati prima e dopo e durante i dibattiti, ieri giravano i report. E i commenti. Anche se, rispetto all'anno scorso, poco è cambiato almeno ai vertici.
Il centrodestra continua a occupare tutte le caselle estreme: dalla vetta della «situazione patrimoniale dei titolari cariche elettive e direttive 2006» domina imperterrito Franco «paperone» Tentorio (An), che è commercialista e ormai ci ha fatto l'abitudine. In coda ancora Tommaso D'Aloia (Forza Italia), classe '81: «privo di reddito» perché a carico dei genitori. Un po' sopra D'Aloia la collega di partito di Tentorio, Alessandra Gallone, insegnante (ma in aspettativa): 4.915 euro. Lei prende il posto di Andrea Veneziani (Lista Veneziani), che per il 2005 aveva dichiarato 2.444 euro ma nel 2006 è salito a 24.342. Secondo in classifica dall'alto? Un uomo della Lista Bruni: Ottavio Rota. Con 274.847 euro è ben messo ma sta sotto al podio dello scorso anno, quando l'assessore (ora ex) Luciana Gattinoni dichiarava 306 mila euro e, soprattutto, s'imponeva Fabio Rustico. Per il 2005 il terzino passato alla politica nella sua dichiarazione portava ancora i segni dello status di calciatore, con 330 mila euro. Da lì ai 38.937 euro attuali ci passa l'exploit negativo più marcato del Consiglio.
Per il sindaco 147 mila euro di imponibile, ma il reddito scende più sale l'impegno politico. Per il 2004, quando fu eletto in primavera e quindi era più impegnato nella professione di avvocato, aveva dichiarato 222.494 euro. In Giunta il paperone è Valter Grossi (Urbanistica) con 168.337, mentre Sergio Piffari (titolare del Personale e neoeletto parlamentare) è in coda con 14.087 euro.
La raccolta delle dichiarazioni dei redditi dell'anno 2006 degli amministratori è pubblica per legge. E in Comune il fascicolo è compilato con dovizia di particolari: ci sono le case, le case al mare, i terreni, le auto e i mezzi vari ed eventuali, le azioni di cui gli amministratori della cosa pubblica sono titolari. Al capitolo motori, i leghisti spiccano per fantasia: Daniele Belotti segnala con sommo orgoglio la sua Nsu Prinz del '68, mentre Guglielmo Redondi si rivela tipo da bolide e in garage custodisce una Subaru New Impreza («Guardi, me la sono appena ricomprata, prima avevo un modello meno potente», dice). Bruni guida una Lancia Thesis, Grossi viaggia sportivo sulla Mini Cooper S, Eugenio Aversa (capogruppo della lista Bruni) fa fifty-fifty della Opel Meriva con la sua dolce metà, Stefano Mologni si gode mezza Fiat Panda (50% di proprietà) e un terzo (è proprio annotato così) di Seat Cordoba, l'assessore alla Mobilità Maddalena Cattaneo dichiara la sua amata Fiat 600. Spopolano le Fiat Punto, mentre le liste più lunghe alla voce motori se le ritrovano Gianfranco Ceci (per il capogruppo azzurro Audi Avant A4, Lancia Z, Alfa Duetto più tre motocicli di cui una Guzzi V 3.5) e Ottavio Rota (Lancia Lybra, Fiat Idea e 500, un camper e una Vespa 125). Fra gli altri, Andrea Veneziani circola rombando su una Shadow, Rocco Gargano viaggia con la Honda Transalp, Silvia Lanzani è stata fra le prime in città a possedere uno scooter Piaggio Mp3, quello con tre ruote.
Franco Tentorio ha una sola auto (Bmw 520J) ma tre terreni (Caravaggio, Calcinate e Seriate), una lista di «cariche presso società» lungo 11 righe e sette abitazioni fra Bergamo, Foppolo, Castione, Sant'Antioco e Valtournanche. Alla notizia del record (nuovamente) conquistato, il capogruppo di An scantona: «È merito della squadra con cui lavoro, in ufficio siamo 25 e non è certo solo merito mio se le cose vanno così bene». In 38 anni di presenza in Consiglio, si contano sulle dita di una mano le volte in cui ha passato il testimone al vertice. «C'era quella volta di Venier, e poi Roberto Magri...». La collega Gallone dichiara circa 4 mila euro: «Sono in aspettativa, ho scelto di dedicarmi alla politica (ricopre ruoli a livello regionale nel partito ed è stata candidata al Senato) e alla famiglia. Mi manca un po' l'insegnamento, ma sono contentissima così».
Fra le curiosità, le azioni possedute: Tentorio mantiene la tradizione di famiglia e ne dichiara cinque dell'Atalanta, per Carlo Fornoni e signora una a testa di Radio Popolare. La classifica completa con tutti i particolari delle dichiarazioni dei redditi, oltre che fra i banchi del Consiglio, si trova anche sul nostro sito, www.ecodibergamo.it.

venerdì 4 luglio 2008

LEGA NORD BERGAMO: PRESENTEREMO INTERPELLANZA URGENTE SU PARCHEGGIO VIA FARA

Dopo l'odg proposto da Renzo Casati in circoscrizione, verrà presentata lunedì l’interpellanza urgente a risposta orale, firmata dai consiglieri comunali della Lega Nord Padania di Bergamo, per capire come saranno predisposte le opere di sicurezza per il rispetto dell’ambiente e per la salvaguardia delle abitazioni collocate nei pressi del cantiere sorto in occasione della costruzione del parcheggio di via Fara. In più, la Lega vuole sapere come verrà risolto il problema del trasporto del materiale proveniente dallo scavo.
“Questo cantiere – argomenta il consigliere Guglielmo Redondi – ha già creato parecchie polemiche tra i residenti delle case attigue lo scavo, sono preoccupati per la salvaguardia della stabilità delle loro abitazioni e per la scarsa attenzione prestata all’ambiente circostante.”.
“Abbiamo forti perplessità su questi scavi. Dai calcoli degli uffici tecnici – aggiunge l’esponente della Lega, Silvia Lanzani – si prevede un passaggio di 150 camion giornalieri, per un totale di 2000 trasporti di materiale, che andranno sicuramente a minare la qualità e lo svolgimento abituale della vita di quartiere e comprometteranno seriamente la viabilità dell’intera Città. In più, vista la ridotta dimensione della porta Sant’Agostino, abbiamo paura che il passaggio di tutti quei camion possa alla lunga danneggiarla”.
“ La Lega Nord – concludono i consiglieri – ribadisce una proposta avanzata a suo tempo per salvaguardare la pace dei residenti di Valverde, l’ambiente e la viabilità cittadina. I camion devono caricare il materiale da riporto sotto il bastione delle Mura, in corrispondenza dello scavo, e tramite una pista in terra battuta, che si snoda tra i prati incolti, potranno raggiungere il campo sportivo Utili di via Baioni, per poi proseguire fino alla discarica”.

NUOVA SEDE PROVINCIA BERGAMO/LEGA NORD COMPATTA: E' TROPPO ALTA, ROVINA LO SKYLINE DELLA CITTA'

"88,2 metri di grattacielo a Bergamo non sono forse pochi? Se gli enti locali e la società impegnati in questo progetto vogliono entrare nei Guinness dei primati, devono prima superare gli 819 metri del Burj Dubai". Così ironizza Silvia Lanzani, consigliere comunale della Lega Nord di Bergamo, rispetto al progetto di riqualificazione dell'area ex ABB SACE coccolato da Provincia, Comune, Ferrovie e Porta sud S.p.A., che vede il posizionamento di un grattacielo molto alto praticamente sotto le mura della città. L'opinione della Lanzani e del Gruppo Lega Nord del Comune di Bergamo è pienamente condivisa anche dal Gruppo Lega Nord Provincia, capeggiato da Alberto Piccioli e da quello regionale, Daniele Belotti in testa: "Siamo contrarissimi alle megalomanie faraoniche del presidente Bettoni - chiosa il consigliere Belotti - non so cosa gli è preso, adesso si è messo in testa di fare questo mausoleo gigantesco. Sappiamo che tutta la politica urbanistica degli ultimi cento anni si è basata sul rispetto della vista di Città Alta. Non penso che in futuro i turisti vengano a Bergamo per vedere il mausoleo del Betù". Ma è l'architetto Lanzani a entrare più nello specifico tecnico, architettonico, paesaggistico del progetto: "Salvaguardare la visuale della città murata, percorsa quotidianamente da decine di migliaia di persone, - incalza - è una necessità. Sono ormai pochissimi i tratti rimasti liberi, individuati dallo studio paesaggistico di dettaglio, che devono essere assolutamente protetti. Dalla simulazione fotografica messa a punto dai professionisti di `Porta Sud', emerge chiaramente che i volumi proposti appaiono `fuori scala', andando a compromettere radicalmente lo skyline di Città Alta. Le mura venete, nel tratto tra porta Sant'Agostino e porta San Giacomo, verranno coperte e addirittura superate dal grattacielo. A nostro avviso, non è un problema estetico architettonico ma di urbanistica rapportata al paesaggio". "La Lega - argomentano compatti i consiglieri lombardi - contrasterà in ogni sede questo progetto verticale. Siamo sicuri che i segni della modernizzazione della città possano passare per costruzioni meno invasive e integrarsi meglio con la parte antica, evitando così di deturpare l'equilibrio attuale. Un intervento di tale portata non può passare inosservato, e a questo proposito - concludono - la Lega propone un dibattito aperto con tutta la cittadinanza di Bergamo, anche per evitare il rischio di proliferazione sul territorio di simili interventi".

martedì 1 luglio 2008

L'ECO DI BERGAMO - "FONTANELLE SENZ'ACQUA. LA LEGA ATTACCA: DISAGIO PER I TURISTI"

di F. M.

Turisti disidratati: è questo il rischio intravisto dalla Lega Nord, che nei prossimi giorni presenterà un'interrogazione urgente a Palafrizzoni per chiedere perché alcune delle fontanelle collocate tra le Mura risultino costantemente in secca.
«Su otto vedovelle, in Città Alta, ne funzionano solo quattro – spiega il consigliere comunale del Carroccio Silvia Lanzani –. La situazione reca grave disagio a cittadini e turisti, che soprattutto in questi giorni di caldo torrido non possono permettersi di rinfrescarsi se non entrando nei bar». La vicenda circola addirittura su Internet: cliccando su YouTube è possibile visualizzare il video «Fontanelle libere», in cui, passeggiando per il borgo storico, il bergamasco Angelo Galbiati opera un censimento dei rubinetti chiusi e osserva come alcune delle antiche vasche, rimaste all'asciutto, siano state trasformate dai passanti in portarifiuti. «Nei principali punti di passaggio, a Colle Aperto, a Sant'Agostino e sullo spalto di San Michele, le vedovelle sono aperte – replica l'assessore all'Ecologia Fausto Amorino –. Effettivamente chiuse sono invece le tre fontane storiche di via Porta Dipinta; ho chiesto a Bas Sii di aprirne almeno una per servire chi passa da quelle parti, credo che interverranno appena possibile». L'assessore sta lavorando per far mettere i pulsanti e i regolatori di pressione a tutte le 178 fontanelle cittadine. Obiettivo, ovviamente, risparmiare acqua. «Naturalmente sulle fontane storiche, come quelle di via Porta Dipinta, questo non si può fare – puntualizza Amorino –. Su altre, come quella vicino all'Accademia Carrara o in via Tre Armi, si procederà presto all'operazione». È sempre il consigliere Lanzani a intervenire su un'altra questione di scottante attualità, quella della risalita verso Città Alta da via Baioni. Nella giornata di domani tutte le proposte architettoniche emerse dal concorso saranno esposte ai consiglieri comunali. Palafrizzoni sta valutando anche eventuali modalità per far visionare i progetti scartati ai cittadini che lo desiderano. Nel frattempo però, dice Lanzani, le domande aperte rimangono molte: «Siamo sicuri che sia proprio questa l'ubicazione più idonea per la realizzazione dell'ascensore di legno? Perché la Soprintendenza preferirebbe un impatto paesaggistico ed ambientale così potente al posto di un approdo più delicato sottoterra?». A non convincere la leghista è anche l'idea della torre d'assalto, che «evoca scene di conflitto e d'invasioni che le Mura di Bergamo non hanno mai vissuto». Infine, i parcheggi per chi lascerà il proprio veicolo per prendere l'ascensore: «Quanti posti auto si potranno ospitare? Dove? Con quali tempi? Rimango in attesa di cortesi risposte da parte della Giunta Bruni», conclude la consigliera.

‘NUOVA’ CARRARA BERGAMO: LA LEGA NORD CONDIVIDE I DUBBI DELL’ARCHITETTO PIZZIGONI

“Siamo in completo accordo con i contenuti espressi dall’architetto Pizzigoni nella lettera pubblicata oggi su Bergamonews riguardo ai dubbi sull’ampliamento dell’Accademia Carrara di Bergamo”. Lo dichiara Silvia Lanzani, consigliere comunale della Lega Nord.
“ La Lega – prosegue l’esponente del Carroccio - è molto scettica rispetto al finanziamento concesso dalla Banca del Credito Bergamasco, perché non garantisce la copertura complessiva della spesa, col rischio che i costi imprevisti vadano a pesare sulle spalle dell’Amministrazione. In più, non capiamo la necessità di creare uno spazio interrato, ci sembra più opportuno trovare un’area all’interno dell’Accademia d’Arte Moderna, dato che si ha già a disposizione un’ala da ristrutturare. A questo punto, vorremmo anche vedere l’inserimento fotografico per comprendere meglio l’impatto estetico del progetto definitivo”.
“Ribadisco che le aggiunte non sono sempre migliorative – conclude la leghista - gli scavi spesso risultano problematici e il cortile dell’Accademia a nostro avviso è già splendido così com’è”.