lunedì 30 giugno 2008

GIUSTIZIA, LANZANI (LN): GRAZIE A CASTELLI PER SCUOLA MAGISTRATURA

Roma, 30 MAG (Velino) - "È una notizia importante per la citta' di Bergamo e per i suoi abitanti. Ho avuto l'onore di affiancare il sottosegretario Roberto Castelli, leader del progetto, durante tutto l'iter di approvazione della scuola, e lo ringrazio per il lavoro svolto e la professionalita' dimostrata". Lo dichiara Silvia Lanzani, consigliere del Comune di Bergamo della Lega Nord, dopo aver appreso la notizia, nel primo pomeriggio, del via libera ufficiale alla costituzione della prima scuola di Magistratura in Italia a Bergamo. "Un grazie particolare va rivolto anche alla Provincia e al sindaco di Bergamo - conclude l'esponente comunale del Carroccio - che rispetto a questo tema hanno sempre dimostrato grande sensibilita', cordialita' e disponibilita' nel portarlo avanti".

ASCENSORE PER CITTA’ ALTA (BG): FIRME RACCOLTE, PROGETTI VISIBILI MA ANCORA TANTE DOMANDE DA PARTE DELLA LEGA NORD

E’ stata accettata dal Comune di Bergamo la proposta della Lega Nord di esporre i diversi progetti dell’ascensore per Città Alta a Palazzo Frizzoni. Così, da mercoledì 2 luglio tutti i bergamaschi avranno la possibilità di documentarsi meglio per orientarsi sulla proposta che ritengono più opportuna. Nel frattempo, anche il gazebo leghista montato sabato in via XX settembre ha ottenuto un notevole successo: sono state raccolte una media di 200 firme all’ora contro il progetto vincitore. Di giorno in giorno, sembra proprio che il braccio di ferro sulla ‘torre d’assalto’ per raggiungere l’antico borgo, che vede la giunta Bruni da una parte e i cittadini con la Lega dall’altra, si faccia sempre più serrato. E, per Silvia Lanzani, consigliere del Carroccio, le questioni rimaste ancora aperte sono parecchie: “Siamo sicuri che sia proprio questa l’ubicazione più idonea per la realizzazione dell’ascensore di legno? Perché la Soprintendenza preferirebbe un impatto paesaggistico ed ambientale così potente al posto di un approdo più delicato sottoterra, visto che il primo tratto è già previsto interrato fino al piede delle mura? E ancora, perché pur suggerendo la soluzione del Concorso, la Soprintendenza non era nella Giuria per dare gli opportuni indirizzi sui problemi ancora aperti?”
Sicura che il dialogo debba tornare ad essere costruttivo e non offensivo in vista di un risultato che metta tutti d’accordo nell’interesse dei cittadini, la Lanzani prosegue con altre domande: “Innanzitutto mi chiedo perché l’ascensore debba per forza ricordare una macchina da guerra o una torre d’assalto, come definita dallo stesso progettista, evocando così scene di conflitto e d’invasioni che le mura di Bergamo non hanno mai vissuto. Poi, non capisco perché il castello di Bellinzona promosso dallo stesso consulente del Comune di Bergamo – s’interroga ancora il consigliere – si è potuto dotare di un approdo naturale sotterraneo mentre l’ascensore per Città Alta deve essere costruito tutto in esterno, andando così a deturpare la naturale fisionomia delle antiche mura. In più, i vincoli propri della natura geologica del terreno indicano che esiste uno strato compatto di pietra, perché allora non si è tenuto conto, nel prospettare la soluzione indicata dal bando, di mantenere il tunnel a ‘pelo d’acqua’ senza un onere di scavo eccessivo? E quale sarà il piano viabilistico integrato col sistema dei parcheggi? Quanti posti auto si potranno ospitare? Dove? Con quali tempi? E per finire – conclude l’esponente della Lega – siamo sicuri che l’attuale progetto sia di alta qualità architettonica e paesaggistica, che mantenga l’integrità materiale e che regali un plusvalore artistico documentario? Rimango in attesa di cortesi risposte da parte della giunta Bruni.”

FONTANELLE CITTA’ ALTA (BG): LEGA NORD PRESENTERA’ INTERROGAZIONE PER CAPIRE ORIGINE MANCANZA ACQUA

“Sempre affascinanti nella loro essenziale imponenza, mute testimoni di secoli e secoli di vicissitudini cittadine, ancora oggi molte fontanelle antiche sono visibili nelle piazze e ai lati delle strade di Città Alta ma purtroppo la maggior parte non eroga più acqua. Su otto vedovelle ne funzionano solo quattro. La situazione reca grave disagio a cittadini e turisti, che soprattutto in questi giorni di caldo torrido non possono permettersi di rinfrescarsi se non entrando nei bar”. Lo dichiara il consigliere comunale del Carroccio, Silvia Lanzani.
La notizia, che la Lega Nord di Bergamo vuole denunciare con un’interrogazione urgente da presentare nei prossimi giorni, per capire le motivazioni e le responsabilità del mancato funzionamento delle vedovelle di Città Alta, è apparsa anche su YouTube, con un video girato, montato e postato da Angelo Galbiati (visibile all’indirizzo http://it.youtube.com/watch?v=7rpKjUSfR8g ) , che riassume in pochi minuti il dramma delle fontanelle asciutte.
“Oltre al disagio – conclude l’esponente del Carroccio – questa situazione incide anche sul decoro urbano, perché come si evince chiaramente dal video, i vasconi delle vedovelle secche vengono utilizzati come porta rifiuti”.

venerdì 27 giugno 2008

ASCENSORE PER CITTA’ ALTA (BG): IL CONSIGLIERE LANZANI (LN) ABBANDONA LE POLEMICHE E TORNA AL DIALOGO COSTRUTTIVO

“Ma siamo sicuri che sia proprio questa l’ubicazione più idonea per la realizzazione dell’ascensore di legno? Perché la Soprintendenza preferirebbe un impatto paesaggistico ed ambientale così potente al posto di un approdo più delicato sottoterra, visto che il primo tratto è già previsto interrato fino al piede delle mura? E ancora, perché pur suggerendo la soluzione del Concorso, la Soprintendenza non era nella Giuria per dare gli opportuni indirizzi sui problemi ancora aperti?”
Sono molte le domande che si fa la Lega Nord di Bergamo a proposito della “torre d’assalto” che la giunta Bruni vuole posizionare in via Baioni per accedere alla parte alta della città.
In questi giorni di roventi polemiche, Silvia Lanzani, consigliere del Carroccio, decide di gettare un po’ di acqua sul fuoco, sicura che il dialogo debba tornare ad essere costruttivo e non offensivo in vista di un risultato che metta tutti d’accordo nell’interesse dei cittadini. Abbandonati i toni del contrasto, quindi, si fanno largo le domande. Molte domande. “Innanzitutto mi chiedo perché l’ascensore debba per forza ricordare una macchina da guerra o una torre d’assalto, come definita dallo stesso progettista, evocando così scene di conflitto e d’invasioni che le mura di Bergamo non hanno mai vissuto. Poi, non capisco perché il castello di Bellinzona promosso dallo stesso consulente del Comune di Bergamo – s’interroga ancora Silvia Lanzani – si è potuto dotare di un approdo naturale sotterraneo mentre l’ascensore per Città Alta deve essere costruito tutto in esterno, andando così a deturpare la naturale fisionomia delle antiche mura. In più, i vincoli propri della natura geologica del terreno indicano che esiste uno strato compatto di pietra, perché allora non si è tenuto conto, nel prospettare la soluzione indicata dal bando, di mantenere il tunnel a ‘pelo d’acqua’ senza un onere di scavo eccessivo? E quale sarà il piano viabilistico integrato col sistema dei parcheggi? Quanti posti auto si potranno ospitare? Dove? Con quali tempi? E per finire – prosegue l’esponente della Lega – siamo sicuri che l’attuale progetto sia di alta qualità architettonica e paesaggistica, che mantenga l’integrità materiale e che regali un plusvalore artistico documentario?”
“Nell’attesa di cortesi risposte da parte della giunta – conclude Lanzani – sono proprio curiosa di sapere come si esprimeranno sabato i bergamaschi che parteciperanno al sondaggio sull’ascensore da noi organizzato in via XX settembre”.

mercoledì 25 giugno 2008

L'ECO DI BERGAMO - "ASCENSORE PER CITTA' ALTA, NON PASSA IL SONDAGGIO"

di E. Fa.

Palafrizzoni, il Consiglio boccia la proposta della Lega Nord Approvato il consuntivo 2007.
Dibattito acceso sulla sicurezza

Il primo attacco alla «torre» è andato a vuoto, ma a giudicare dall'andazzo, non sarà l'ultimo. Perché il progetto che ha vinto il concorso per la progettazione della risalita a Città Alta è uno di quei temi destinati a far discutere e, un po' come accadde per l'Arlecchino di piazza Pontida, le minoranza, e in particolare la Lega, non si sono lasciate sfuggire l'occasione per cavalcare l'onda. Ieri sera in Consiglio, il primo atto di quello che si annuncia come il nuovo tormentone: un ordine del giorno (respinto con i voti contrari della maggioranza, quelli favorevoli dell'opposizione e la sola astensione dell'indipendente nel Pd Bonalumi) per la sospensione dell'iter di approvazione del progetto con contestuale annullamento della decisione presa dalla commissione giudicante, e la promozione di un sondaggio tra la cittadinanza sugli 11 elaborati che hanno partecipato al bando.
Niente da fare si diceva. «Un'iniziativa di questo genere – ha affermato l'assessore ai Lavori pubblici Carlo Fornoni – si tradurrebbe semplicemente in un'operazione populista. Sono disponibile a rendere il progetto di pubblico dominio, ma una scelta così rilevante deve essere delegata a chi ha le competenze per prenderla. Del resto si è arrivati a questo passaggio dopo un lungo confronto con la Sovrintendenza e a un iter che, anche dal punto di vista urbanistico, risponde a esigenze chiare con benefici inequivocabili».
«Si tratta – ha aggiunto il sindaco Roberto Bruni – di una decisione presa dalla Giunta con l'avallo del Consiglio: l'approvazione di questo ordine del giorno rappresenterebbe un precedente pericoloso perché a quel punto qualsiasi altro progetto potrebbe, dietro richiesta della minoranza, essere subordinato al giudizio popolare». Dichiarazioni perentorie che hanno fatto da sfondo a un dibattito pepato e ricco di battibecchi, soprattutto tra il primo cittadino e i consiglieri Belotti (Lega) e Ceci (Fi): «Oggi – ha replicato quest'ultimo – veniamo a conoscenza che nella sostanza la decisione è già presa. Ringraziamo, ma dissentiamo decisamente sia nei contenuti sia nel metodo. Possibile che a Bergamo non si riesca a volare un po' più in alto?». «Prendiamo atto – ha aggiunto il leghista – che la partecipazione vale in certi casi, come in via Quarenghi, ma non trova alcuna declinazione su un'opera importante e discussa come questa». «Evidentemente – ha chiosato la collega di partito Silvia Lanzani – è una questione politica e non tecnica», mentre nella maggioranza ci ha pensato Sperandio Bonalumi a rompere, in qualche misura, l'unanimità: «Esprimo rammarico – ha affermato l'indipendente del Pd – perché un'iniziativa del genere avrebbe meritato una discussione ad hoc e l'indirizzo da parte dell'assemblea comunale. Il progetto è invece passato assieme a tutti gli altri contenuti nel Pop».
Particolarmente animata e lunga anche la prima parte della seduta, quella dedicata al consuntivo 2007 che è stato approvato con i voti contrari delle minoranze. Dopo la presentazione di lunedì e la prima raffica di interventi ieri è stata la volta delle repliche degli assessori e delle dichiarazioni di voto con moltissimi interventi dedicati alla sicurezza, tema sul quale si era soffermata nella prima serata soprattutto Alessandra Gallone di An. «La situazione – aveva detto – sta degenerando con un aumento vertiginoso della microcriminalità e preoccupazioni per i cittadini che crescono di giorno in giorno». «La nostra – ha replicato l'assessore al Bilancio e alla Sicurezza Dario Guerini – è una politica ambivalente in grado di garantire da un lato il rispetto della legalità e di distinguersi, dall'altro, per il rispetto della dignità umana grazie a un'attenzione costante ai provvedimenti sociali e a favore dell'integrazione». «Non dimentichiamo – ha aggiunto il sindaco – che il blocco delle assunzioni non ce lo siamo inventati noi e che appena lo stesso è venuto meno, ci siamo concentrati proprio sul rafforzamento della polizia locale». Può bastare? Per il leghista Guglielmo Redondi no di certo: «Nelle classifiche in materia – ha dichiarato – Bergamo è scivolata agli ultimi posti».
«Più contravvenzioni» ha esortato l'indipendente Giuseppe Anghileri che, in generale, si è dichiarato contrario al bilancio perché «accanto al consuntivo finanziario ce n'è un altro di fatto che non è altrettanto soddisfacente». Una specie di assist a Belotti: «Avete fatto talmente tanto in tema di sicurezza – ha concluso il leghista – che un vostro consigliere (Mauro Invernizzi, ndr) si è dimesso nei giorni scorsi proprio perché dissentiva su certi orientamenti». La «torre» non c'entra, ma è quasi scacco matto.

lunedì 23 giugno 2008

FUNICOLARE BERGAMO: PRESENTATA INTERROGAZIONE DAL GRUPPO CONSILIARE LEGA NORD SUI LAVORI DI REVISIONE

Roma, 23 giu. – Il Gruppo Consiliare Lega Nord di Bergamo chiede, con un'interrogazione urgente rivolta agli assessori competenti, chiarezza sui lavori di revisione e collaudo della funicolare che da viale Vittorio Emanuele conduce in Città Alta.
L’interrogazione è stata presentata il 23 giugno perché, dopo i lavori di revisione durati circa tre mesi e terminati il 30 maggio 2008, emergono ancora due problemi che affliggono il mezzo di trasporto urbano più caratteristico di Bergamo, recando così disagio agli abitanti e ai turisti che vogliono raggiungere in agilità il borgo medievale. “Il primo difetto riscontrato dopo la revisione pare sia alla centralina – spiega Silvia Lanzani, consigliere comunale del Carroccio e firmataria dell’interrogazione - per cui il mezzo spesso non parte mai al primo colpo, il secondo problema riguarda, invece, il lucernaio sul tetto delle vetture da cui entra acqua”.
“Vorremmo a questo punto capire – prosegue l’esponente leghista – se i lavori siano stati eseguiti correttamente o se sarebbe stato necessario più tempo per eseguirli, se la funicolare ha bisogno di altri interventi, se l’ATB riconosce le proprie responsabilità circa gli inconvenienti segnalati, se la scelta del periodo di chiusura per la messa a punto poteva essere valutata con maggiore attenzione senza ‘disturbare’, come è avvenuto, il turismo pasquale e – conclude Lanzani - se non era possibile fermare una sola vettura alla volta per la manutenzione, mantenendo l’altra in attività e garantendo così un minimo di servizio agli utenti”.

martedì 10 giugno 2008

L'ECO DI BERGAMO - "BRUNI: CHIAREZZA SUL DESTINO DI LARGO BAROZZI"

di Anna Gandolfi

Lettera a Regione e ministero: basta con gli equivoci «Dicano se ci sono soldi per campus e nuovo ospedale»

«È ora di finirla con questo balletto degli equivoci, e il termine è eufemistico». Il sindaco Roberto Bruni chiede chiarezza. L'argomento è la sorte dell'area di largo Barozzi una volta che l'attività ospedaliera sarà trasferita. Sul piatto due soluzioni: il campus universitario – ipotizzato dalla Giunta Veneziani, apparentemente tramontato e tornato alla ribalta per una ipotetica disponibilità di fondi da Roma – oppure il progetto a più largo coinvolgimento di privati presentato dalla spa regionale Infrastrutture lombarde. La decisione è fondamentale per prevedere un futuro dell'area, ma anche perché dall'alienazione arriveranno fondi necessari al Pirellone per il cantiere dell'ospedale alla Trucca, «che altrimenti – ha ricordato il sindaco – rischierebbe ritardi».
Già in un incontro recente con i parlamentari orobici Bruni aveva chiesto che da parte al governo si uscisse dall'ambiguità, «chiarendo se i soldi per fare il campus ci sono oppure no». Ieri è tornato a chiedere chiarezza, e l'ha fatto in Consiglio comunale annunciando di aver chiesto ufficialmente alla Regione la convocazione del collegio di vigilanza previsto nell'accordo di programma, «perché tutte le parti in causa dicano chiaramente quali sono le intenzioni». Le intenzioni, appunto. Perché la parola decisiva spetta al Comune, visto che è a Palafrizzoni che si deciderà se fare o meno la variante urbanistica che spianerà la strada al progetto di Infrastrutture lombarde. Ha affermato il sindaco: «Se in gioco ci sono opere pubbliche così importanti, le scelte urbanistiche devono essere correlate alla realtà». Fuori dai denti la questione è: «Inutile che noi in quella zona prevediamo un campus, quando poi non arriveranno mai i soldi per realizzarlo».

Il progetto depositato a maggio
Bruni ha letto in Consiglio la lettera, indirizzata al presidente della Regione, al ministro della Salute, al presidente della Provincia e al direttore generale dell'azienda ospedaliera dei Riuniti. La richiesta giunge dopo che, il 28 maggio, Infrastrutture lombarde ha presentato la proposta preliminare per l'area ritoccata dopo le critiche della Soprintendenza. «Basta fare il gioco delle tre carte – ha detto il sindaco riferendosi anche alle differenti posizioni di forze del centrodestra sulla questione, che in Regione sono d'accordo con il nuovo progetto ma a Bergamo chiedono il campus –. I casi sono tre: o si dice che i soldi per il campus arriveranno dallo Stato, e quindi il piano regionale viene accantonato; o si procede con quest'ultimo progetto perché lo si ritiene la via percorribile; o la Regione trova i fondi per il nuovo ospedale altrove rinunciando all'alienazione delle aree». Per il capogruppo della lista Bruni, Eugenio Aversa «il finanziamento del campus è un bluff e l'Università non è nemmeno interessata a un polo unico». L'opposizione (esclusa Forza Italia, che non si è espressa) è partita all'attacco: «Non si è ancora capito quale sia l'orientamento della Giunta su largo Barozzi», ha detto Ambrogio Amati (Lista Veneziani). Per Silvia Lanzani (Lega) «è il Comune e non la Regione a decidere cosa debba andare in quell'area». Fiorenza Varinelli (Pd) ha ribattuto che «qui c'è chi finge di non capire. Sono gli altri soggetti che devono chiarire cosa è possibile metterci». È stato Franco Tentorio (An) a ripercorrere le tappe dell'accordo di programma, avviato dalla precedente amministrazione e che prevedeva «metà area pubblica, con il campus, metà a privati. Anche solo con questa porzione la Regione avrebbe abbondantemente finanziato l'ospedale, invece il nuovo progetto va ben oltre con le alienazioni. Se il campus non si farà, ci si metterà altro, ma che sia pubblico. Ben venga quindi la richiesta di chiarimenti del sindaco, ma arriva in ritardo. Una cosa così importante andava affrontata il giorno dopo le elezioni amministrative, invece è caduta nel dimenticatoio».

Caserme, fontane e parcheggiatori
Durante il Consiglio sono state discusse anche alcune interpellanze. A quella di An in cui si chiedevano lumi sul futuro delle caserme, Bruni ha risposto che «l'accordo di programma con il demanio speriamo sia pronto a luglio, per passare in Consiglio a settembre e per poi portare all'acquisizione della Montelungo entro fine mandato». L'assessore ai lavori Pubblici Carlo Fornoni, dal canto suo, ha rassicurato Forza Italia e la Lega sul restauro della fontana di piazza Dante, mentre Dario Guerini (Sicurezza) ha risposto al Carroccio che chiedeva interventi contro i posteggiatori abusivi all'ospedale. «Molti controlli sono stati attuati, ma quell'attività è frutto di racket, quindi sarebbe fondamentale un coordinamento con le altre forze dell'ordine maggiore di quello attuale. Stiamo lavorando su questa sinergia». Infine sono stati approvati la variante per il parcheggio di via Baioni a servizio della risalita di Città Alta e un ordine del giorno in cui, all'unanimità, si sostiene la richiesta dell'Anmic per l'incremento delle pensioni dei mutilati e degli invalidi civili.

lunedì 2 giugno 2008

L'ECO DI BERGAMO - "IL POPOLO PADANO RICORDA LE PROMESSE"

di A.G.

Il segretario provinciale della Lega Cristian Invernizzi sale sul palco a metà mattina: «È un onore ospitare questo raduno. Ogni volta è un'emozione vedere tutte queste bandiere, e oggi ancora di più perché siamo davvero tantissimi». Invernizzi dice che «ai parlamentari che giureranno il popolo padano ricorda l'impegno preso». Con un auspicio collegato alle prossime amministrative: «Speriamo che l'anno prossimo da questo palco a salutarvi ci sia un presidente della Provincia leghista».
E anche il deputato Ettore Pirovano, il cui nome circola insistentemente proprio come possibile candidato per Via Tasso, ricorda l'importanza «di avere questo popolo che sta attento, che ci soffia sul collo e osserva l'adempimento delle promesse fatte. Con le elezioni – prosegue – e con il grandissimo successo ottenuto ci è stato consegnato un grande compito. E le nostre risposte già arrivano: pensiamo al pacchetto per la sicurezza».
Per Carolina Lussana, eletta a Montecitorio, «questo raduno rappresenta sempre un'emozione. C'erano veramente tantissime persone – prosegue –. Su questo prato rinnoviamo il patto con il nostro popolo, che ha espresso una grandissima fiducia. Ora l'obiettivo sono le riforme».
E a rinnovare il patto con i padani c'erano anche i due sindaci Pierguido Vanalli (proprio di Pontida) e Nunziante Consiglio (Cazzano Sant'Andrea), neoeletti alla Camera e accolti da applausi quando sul palco sono stati chiamati per il giuramento.
«Siamo molto, molto felici, la partecipazione della gente a Pontida è stata straordinaria – ha detto un altro rappresentante leghista alla Camera, Giacomo Stucchi –. È l'occasione migliore per rilanciare messaggi politici importanti e ribadire alla nostra gente la ferma volontà di arrivare presto alle riforme di governo di cui abbiamo bisogno». «Oggi più che mai – prosegue – è chiaro a tutti che abbiamo raggiunto l'obiettivo. Ormai la Lega si è radicata nella coscienza della gente e lo dimostra soprattutto il profondo calore umano che abbiamo vissuto a Pontida».
Convinta del radicamento della Lega a livello trasversale sul territorio è anche Silvia Lanzani, consigliere del Carroccio a Palafrizzoni: «È ora di smettere di pensare che la Lega è solo folklore perché qui ci sono persone di ogni genere. La Lega – aggiunge – ascolta quelle che sono le vere necessità della gente, ed è per questo che moltissimi nuovi sostenitori si sono avvicinati a noi».
Indaffaratissimo come volontario ai banchi della ristorazione «made in Bergamo» il consigliere regionale Giosuè Frosio , che si dice «contentissimo, c'è tantissima gente, segno che il nostro movimento è forte». Stesso pensiero per il collega Daniele Belotti, che ricorda come «questa edizione ha portato a Pontida la folla degli anni record. È un ottimo segnale».

domenica 1 giugno 2008

L'ECO DI BERGAMO - "KEBAB E PIZZERIE, IN CITTA' ORMAI SIAMO AL TESTA A TESTA"

Sono 22 i take away, la metà di proprietà di maghrebini Il nuovo locale in Città Alta fa discutere, ma a tavola...

di Elena Catalfamo

Cara e vecchia pizza margherita addio, meglio un kebab. Se i bergamaschi che hanno risposto al sondaggio online sul sito dell'Eco di Bergamo si dicono, come la Lega, in sei casi su 10 contrari, all'apertura di un kebab in piazza Mercato delle Scarpe, quando poi si siedono a tavola alla fine quel piatto mediorientale sembrano non disdegnarlo affatto. Almeno se si guarda il numero di kebab e di pizzerie presenti in città. È il melting pot, come lo chiamano gli esperti. Quella sana contaminazione che parte proprio dalla tavola. Che ne sarebbe oggi della nostra polenta se qualcuno non ci avesse portato da molto lontano la farina gialla?
Non catalogati come esercizi commerciali, per scoprire quanti kebab ci sono a Bergamo bisogna andare a spulciare i dati dei laboratori artigianali. Infatti i kebab non rientrano tra la categoria di bar e ristoranti ma tra coloro che, come le pizzerie e le pasticcerie, producono un piatto e quindi sono artigiani a tutti gli effetti. E, ironia della sorte, i kebab che aprono in città rientrano proprio nella categoria delle pizzerie d'asporto. Così se i take away della tradizione napoletana sono 22, in città, quando si scorre l'elenco degli artigiani proprietari delle suddette pizzerie, il 50% si chiamano Abdoul o Mohammed. Vale a dire: 11 sarebbero autentiche pizzerie e 11 invece potrebbero essere kebab.
«Ho qui sotto mano l'elenco delle pizzerie d'asporto, categoria in cui rientrano anche i punti vendita dei kebab – spiegano Marco Trussardi e Danilo Bianchi, dell'area mestieri dell'Associazione Artigiani –: sono 22 in città ma la maggior parte dei proprietari è di nazionalità maghrebina, almeno stando ai nomi». Certo, spiegano gli artigiani, il dato è solo indicativo: nulla vieta infatti che Abdul o Mahammed in realtà abbiano aperto delle pizzerie, per esempio, «ma diciamo che a memoria, tra quelli che si sono presentati per iscriversi all'albo, la maggior parte ha dichiarato di aprire un kebab».
«Il dato va integrato – spiegano sempre dall'Associazione artigiani –: per esempio non sono conteggiati qui quelli che si registrano alla Camera di Commercio come imprese. Sta crescendo infatti il dato delle catene di kebab che quindi hanno la casa madre magari a Milano e che aprono una serie di punti vendita sul territorio. In questo caso non rientrano tra i laboratori artigianali». Lo scarto potrebbe quindi essere più ampio di quello rilevato tra i pochi dati disponibili. In provincia invece resiste la tradizione: sono 101 le pizzerie d'asporto, di cui nove kebab.
E se, come vuole una delle vecchie regole d'oro del mercato, l'offerta risponde alla domanda, pare proprio che negli ultimi tempi, complice la crescente presenza di stranieri - turisti e immigrati -, i gusti culinari dei bergamaschi stiano cambiando. E la carne di manzo, o di montone, suona come un piatto completo e anche economico. Ecco quindi che nell'antico borgo di Città Alta apre un kebab che ha generato un vespaio. La Lega ha sollevato il problema del rispetto della tipicità del borgo medievale e la necessità di regolare con un apposito piano le aperture tra le Mura. Il botta e risposta politico è divampato, tra chi – Verdi e Pd – ha fatto notare che il Comune nulla può sulle licenze e che quello che maggiormente dava fastidio era l'odore di kebab. Una pioggia di lettere giunte in redazione hanno dato il segnale di quanto il tema abbia stimolato i bergamaschi. Inoltre su 755 lettori che hanno risposto al sondaggio online, il 63% si sono detti contrari all'apertura.
Fautore involontario di questa querelle il gestore del nuovo kebab, verso cui alcuni bergamaschi si sono levati a difesa. «Il titolare del kebab in oggetto – spiega Barbara Savà – residente in Italia da anni, è un lavoratore indefesso: ha egregiamente condotto il suo negozio in Borgo Santa Caterina - borgo storico - senza che nessuno potesse lontanamente pensare che infrangesse le regole. Anzi ha operato una selezione della clientela in modo da operare nel rispetto delle leggi. So che per qualcuno sarà difficile da credere ma ci sono extracomunitari che vengono in Italia per lavorare seriamente».
Mentre s'infiamma la battaglia culinaria, c'è già chi tenta nuove commistioni tra pizza e kebab: in alcune pizzerie d'asporto infatti la tradizionale margherita è condita dalla tipica carne arrosto. E, dalla Spagna, c'è chi ricorda che oggi i bergamaschi non mangerebbero polenta se qualcuno non avesse importato il granoturco. «Vorrei congratularmi con Silvia Lanzani, consigliere comunale della Lega – scrive ironico Gigi Signori, di Murcia, in Spagna – per quanto ha espresso in difesa delle ricchezze culturali e artistiche della nostra bella città». «Vedo, da quanto scrivete – aggiunge il bergamasco che vive nella penisola iberica – che anche altri si sono aggiunti. Grazie. E a proposito aggiungo: non oso pensare cosa sarebbe oggi il nostro piatto tipico bergamasco, senza l'"invasione" di un prodotto che proprio bergamasco da sempre non era: il granoturco. Pensi un po', signora Lanzani, saremmo senza polenta!».