martedì 22 aprile 2008

L'ECO DI BERGAMO - "SULLA SEDE ARPA LA MAGGIORANZA PERDE PEZZI"

di Armando Di Landro

É finita a pesci in faccia, ieri in Consiglio comunale, la polemica piuttosto accesa sull'accordo di programma per la nuova sede dell'Arpa in via Borgo Palazzo. Stavolta, però, non si è trattato del solito muro contro muro tra maggioranza e minoranza. No, i pesci erano quelli che volavano tra Eugenio Aversa, lista Bruni, e Rocco Gargano, indipendente in Rifondazione comunista. E alla fine l'avvio del percorso per l'accordo è passato con i voti favorevoli di una maggioranza che ha perso per strada lo stesso Gargano e il verde Roberto Bertoli, mentre Rifondazione ha dato il suo tiratissimo via libera, ma con riserva.
Oggetto del contendere sono quei 15 mila metri quadri lungo via Borgo Palazzo di fronte all'istituto Agrario: 5606 di proprietà della Provincia, 847 del Comune, 3772 dei privati fratelli Rusconi e 4856 degli Ospedali Riuniti. L'attuale destinazione dell'area, fissata dal Prg, è di terziario pubblico. Ma il Comune, questo prevede l'accordo, modificherebbe la destinazione, permettendo agli enti pubblici di capitalizzare tramite la vendita delle loro porzioni di area e al privato di costruire 14 mila metri cubi di terziario direzionale (uffici privati), 9 mila metri cubi di residenze e 10 mila metri cubi per la sede Arpa. «Non andremo oltre il parametro di 34 mila metri cubi fissato dal Prg – ha spiegato l'assessore all'Urbanistica Valter Grossi -. In commissione, durante la presentazione dell'accordo, c'era stato un errore tecnico sui dati. Il Comune può variare la destinazione dell'area, ma chiederà all'Asl (che rientra nell'accordo, ndr) di destinare a residenze gli spazi di via Clara Maffei che si libereranno dopo lo spostamento dell'Arpa, e soprattutto vorrà delle quote di edilizia convenzionata in Borgo Palazzo».
I numeri sull'edificato, in realtà, in Commissione consiliare erano molto diversi. Si parlava di oltre 20 mila metri cubi di residenze e nel complesso si arrivava a 38 mila metri cubi. E pare che tra Commissione e Consiglio Luciano Ongaro, esponente della Sinsitra democratica, alquanto perplesso sull'intervento, si sia dato molto da fare affinché i parametri residenziali venissero ridotti. «Il nostro diniego è più che motivato – ha sostenuto per la Lega Nord Silvia Lanzani –. Si va a cambiare una destinazione su un'area che già presenta non pochi problemi, senza motivazioni concrete». «Passerete alla storia come l'Amministrazione della variante urbanistica – ha aggiunto Alessandra Gallone, di An -. Non è detto che la riqualificazione di un'area debba sempre e comunque passare da nuove case. Auspichiamo un accordo migliore». Mentre secondo Giuseppe Anghileri, gruppo misto, «si vuole sempre speculare e nessuno ha valutato il fatto che l'ex ospedale psichiatrico risulta sotto utilizzato e potrebbe ospitare la sede di un ente come l'Arpa».
«Siamo solo al passo preliminare verso l'accordo – ha ricordato Eugenio Aversa –. L'idea di fondo è condivisibile e favorirà anche una razionalizzazione per il centro di Bergamo con il recupero in via Maffeis. L'Amministrazione si sta muovendo per facilitare un'importante soluzione». «Ma voteremo sì solo per responsabilità, in attesa che l'accordo possa migliorare. Le riserve e le perplessità restano», ha sottolineato Paolo Scanzi, di Rifondazione. Mentre Roberto Bertoli, Verdi, ha ribadito il suo «no all'operazione perché bisogna anche avere il coraggio di preservare il territorio. Ma è anche incredibile l'atteggiamento di quelle minoranze, incoerenti rispetto alla “loro” Provincia e alla “loro” Regione, che controlla l'Arpa».
È stato Rocco Gargano, a quel punto, a definirsi «choccato per le parole di Aversa e per la sottolineatura sul compito di “facilitatore” dell'ente comunale. Il Comune deve regolare, non soddisfare le esigenze di altri enti». «È incredibile ma sono d'accordo con Gargano – ha incalzato Daniele Belotti, Lega -. La Regione valuta i parametri economici di un'operazione, il Comune ha l'onere delle scelte urbanistiche». «Sono choccato da certi interventi – ha chiuso il sindaco Roberto Bruni –. Choccato da consiglieri regionali che ritengono la Regione un ente che deve solo valutare certe convenienze, oppure da chi non considera le necessità di collaborazione istituzionale. Credo si vada verso un accordo oculato, su un'area dove il Prg prevede già nuove edificazioni». Astenuti Forza Italia, An e Udc, contro la Lega, Lista Veneziani, Gargano e Bertoli. E l'urbanistica resta un campo minato.

L'ECO DI BERGAMO - "TANTI SPAZI, POCHI SERVIZI: CRITICHE LE OPPOSIZIONI"

Come appaiono, dai banchi dell'opposizione, i cantieri in corso? Franco Tentorio, capogruppo di Alleanza Nazionale in Consiglio comunale, chiarisce che le nuove edificazioni, in molti casi autorizzate dalla precedente amministrazione di centrodestra, «in realtà rispettano le previsioni del Piano regolatore generale, che è stato approvato dalla Giunta Vicentini, e al quale noi ci eravamo opposti». Ma a preoccupare la minoranza di Palafrizzoni non è tanto l'esistente, quanto le previsioni sul futuro: secondo Tentorio, il problema non è «il verde bruciato, anzi, da questo punto di vista dobbiamo dare atto all'Amministrazione che nei nuovi progetti si vede lo sforzo di mantenere delle aree a parco. Quello che mi preoccupa sono i 15-20 mila abitanti che arriveranno nelle nuove case, per i quali mancano totalmente le infrastrutture e i servizi. Quando si è parlato di tutto questo in un serio e condiviso dibattito pubblico?».

Eredità
I progetti in discussione in queste settimane suscitano le vivaci proteste di Silvia Lanzani (Lega Nord) : «Sono rattristata perché, essendo all'opposizione, non ho modo di fermare questa assurda cementificazione. Si sta consumando tutto il territorio, lasciando un'eredità terribile alle generazioni future». Secondo l'esponente del Carroccio, «Bergamo è piena di abitazioni vuote che si potrebbero recuperare, prima di pensare a costruirne di nuove. E poi, non ha senso voler attirare in città più residenti, se poi non si è in grado di garantire loro la sicurezza e una mobilità efficace». Per Gianfranco Ceci (Forza Italia) , invece, «i Programmi integrati d'intervento erano necessari perché c'erano una serie di aree dismesse da recuperare. Tra approvarli e farli partire tutti insieme, però, c'è una bella differenza. Si sono aggiunte nuove edificazioni per centinaia di migliaia di metri cubi, in evidente contrasto con le tendenze statistiche che ci dicono che la città si sta svuotando». Per quanto riguarda i progetti che stanno facendo discutere in queste settimane, per esempio quello della Conca Fiorita, Ceci spiega di non essere «contrario alla sperimentazione di uno sviluppo anche in altezza della città, ma tutti gli esperimenti andrebbero fatti al di sotto della linea della ferrovia; presenterò un ordine del giorno in Consiglio con questo obiettivo».

Case da vendere
La riqualificazione delle aree industriali attraverso i Pii era necessaria pure per Domenico Cappuccio (Udc) , il quale tuttavia teme che «tutte queste nuove case rimangano invendute. Capisco che servano più abitanti per avere maggiori risorse, ma non è così che si fa crescere la città, dalla quale, al contrario, molti tendono a uscire». Parla di «una politica che va contro l'interesse dei cittadini» Ambrogio Amati (Lista Veneziani): «I cittadini stanno organizzando petizioni e assemblee, si sta sollevando una protesta che dimostra una contrarietà totale dei bergamaschi alle nuove edificazioni. Non è una questione ideologica: bisogna capire che idea di città vogliamo portare avanti».